Streaming, sharing, stealing by Michael D. Smith Rahul Telang

Streaming, sharing, stealing by Michael D. Smith Rahul Telang

autore:Michael D. Smith, Rahul Telang
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax edizioni
pubblicato: 2019-09-12T16:00:00+00:00


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POWER TO THE PEOPLE

Fino a questo momento noi del mondo televisivo e cinematografico abbiamo potuto permetterci di aspettare che fosse il talento a trovarci. Noi avevamo le chiavi del regno, e le persone dovevano venire a portare da noi le loro storie se volevano trovare la strada verso un pubblico. Ma ora le cose stanno cambiando, e in fretta.

Kevin Spacey,

James MacTaggart Memorial Lecture 2013,

Edinburgh International Television Festival del Guardian

Come abbiamo visto nel capitolo 2, c’è stata un’epoca in cui scrittori, musicisti e attori dipendevano dalle major. Firmare un contratto con una casa editrice, un’etichetta o uno studio cinematografico di primo piano era l’unica strada per avere accesso al denaro e alle competenze produttive indispensabili per creare i contenuti e agli scarsi canali promozionali e distributivi indispensabili per far arrivare quei contenuti al pubblico. La situazione però sta cambiando in fretta, e per diverse ragioni.

In primo luogo, i costi per creare i contenuti sono diminuiti a tal punto che oggi una qualità produttiva di livello professionale è a disposizione di chiunque. Per molte tipologie di contenuto gli artisti non necessitano più di costose attrezzature per fare il loro mestiere. Il direttore della fotografia Kieran Crilly, per esempio, ha girato il documentario The Lady in Number 6, premiato con l’Oscar, con una Canon 5D Mark III, una fotocamera che su Amazon costa intorno ai duemila dollari.1 E molti film di primo piano – inclusi i premi Oscar 2011 e 2012 per il miglior montaggio – sono stati montati con Final Cut Pro, un software in vendita a trecento dollari.2

In secondo luogo, i costi delle strutture di produzione di livello professionale sono anch’essi diminuiti molto, tanto che oggi sono alla portata di molti artisti. Chiunque abbia qualche migliaio di iscritti su YouTube può entrare a far parte dello YouTube Partner Program e avere così accesso agli YouTube Spaces, spazi presenti a Los Angeles, New York, Tokyo, Londra, Berlino, Mumbai e San Paolo che mettono a disposizione degli artisti attrezzature di produzione e montaggio di livello professionale e lezioni di make up, design e tecniche video.

In terzo luogo, è sempre più facile ingaggiare dei freelance che si occupino di spingere un progetto, come ha fatto la romanziera Barbara Freethy, che voleva pubblicare a livello internazionale un certo numero di suoi romanzi fuori catalogo. Invece di rivolgersi allo staff di una casa editrice, Freethy si è affidata a Elance (ora Upwork), una piattaforma online per fornitori di servizi professionali tramite la quale ha ingaggiato traduttori e redattori per le edizioni tedesca, spagnola e francese dei suoi libri.3

Oltre la produzione, alcuni utilizzano il crowdsourcing per sviluppare i contenuti. È ciò che fa Neelesh Misra, noto anche come «il pifferaio magico della radio indiana», per il suo programma radiofonico, The Idiot Box of Memories. In India il programma ha quarantadue milioni di ascoltatori, e di recente ha ampliato il proprio raggio d’azione anche su Facebook e YouTube; va in onda dal lunedì al venerdì con puntate di quindici-venti minuti in cui viene raccontata una storia di vita quotidiana in India.



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